SONIA LENZI IN AVREI POTUTO ESSERE IO PRESSO IL MUSEO MAMBO DI BOLOGNA

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SONIA LENZI IN AVREI POTUTO ESSERE IO PRESSO IL MUSEO MAMBO DI BOLOGNA

Si inaugura venerdì 31 luglio alle ore 17.30 presso l’Atrio della Stazione Alta Velocità di Bologna il progetto Avrei Potuto Essere Io di Sonia Lenzi con il Patrocinio del Consiglio dei Ministri e del Comune di Bologna e sostenuto dall’Associazione tra familiari delle vittime della stage del 2 agosto del 1980. Il progetto verrà presentato domenica 2 agosto alle ore 17.30 al Museo MAMBO di Bologna dove l’artista presenterà il progetto.

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Il progetto, che ha preso avvio nell’inverno del 2013, ha portato alla realizzazione di un monumento alla memoria delle vittime della strage, che verrà collocato temporaneamente nell’ atrio della Stazione Alta Velocità di Bologna . Insieme con questo monumento l’artista ha prodotto un monumento portatile, una edizione limitata di 85 copie numerate e firmate, che al tempo stesso monumento, diario della fase performativa del progetto e strumento di finanziamento del progetto stesso. Uno dei primi sostenitori che ha contribuito partecipando con 85 euro il Professor Eugenio Riccomini. Il progetto Avrei potuto essere io inizia con una fase performativa che si svolta tra il dicembre 2013 e il gennaio 2014 nella sala di attesa della Stazione Ferroviaria di Bologna e ha visto il coinvolgimento attivo di persone adulte in arrivo o in partenza dalla stazione di Bologna durante le vacanze natalizie, scelte come speculari a quelle estive e altrettanto significative sotto il profilo psicologico. Il coinvolgimento avvenuto attraverso un colloquio nel corso del quale Sonia Lenzi ha fornito alle persone che ha contattato le informazioni sul progetto e ha consegnato loro una scheda contenente dati specifici su una delle vittime e sulla strage del 2 agosto 1980. Lo scopo era quello di creare una continuazione effettiva della memoria e di invitare le persone in attesa di partire a farsi carico emotivamente della strage mediante un processo artistico, empatico, attraverso una simbolica immedesimazione con una delle vittime scelta fra quelle di genere opposto. I contatti sono stati molti, molti i rifiuti, molte le titubanze. Finalmente ottantacinque delle centinaia di persone avvicinate nella sala d’ attesa dove scoppiò l’ordigno si sono rese disponibili e sono state fotografate mentre avveniva il processo simbolico di immedesimazione . Il monumento Avrei potuto essere io sarà installato nell’atrio della Stazione Alta Velocità in via dei Carracci, luogo scelto proprio perchè nella nuova Stazione Alta Velocità non c’è nulla che ricordi la strage e perchè le persone, passandovi, possano continuare a riflettere.

E’ composto di 85 immagini che rimandano anche visivamente a piccole lapidi: sono le fotografie delle persone che si sono immedesimate, sotto ad ogni fotografia stato posto il nome, cognome ed età di ciascuna delle vittime e, più in piccolo, il nome, cognome ed età della persona che si identificata e sia quindi fatta carico di quella morte e della strage nel complesso. Avrei potuto essere io dunque un monumento vivente, che riporta al momento presente la memoria delle vittime della strage avvenuta trentacinque anni fa. Avrei potuto essere io riprende con altre forme il discorso sviluppato da Accademia in stazione, manifestazione curata da Roberto Daolio e da Mili Romano fra il 1997 e il 2002 all’ interno delle annuali celebrazioni .Per non dimenticare: in quegli anni numerosi giovani artisti studenti dell’Accademia di Belle Arti hanno realizzato interventi in situ che invadevano tutti gli spazi della stazione, e che lavorando sulle peculiarità antropologiche e culturali del luogo volevano sollecitare la memoria con tocchi lievi e con la forza della vita, della sorpresa, della ricerca e dell’innovazione. Con altre forme e con un differente approccio al tema della memoria il progetto di Sonia Lenzi riprende dunque un discorso interrotto bruscamente più di dieci anni fa, intervenendo questa volta negli spazi della sala d’attesa di seconda classe e poi della Stazione Alta Velocità, dove per la prima volta viene proposta una installazione legata al tema della memoria di un evento drammatico che ha segnato la storia di Bologna e del Paese.

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Biografia di Sonia Lenzi

Sonia Lenzi si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bologna e laureata prima in Filosofia e poi in Giurisprudenza all’Università di Bologna. Dopo aver partecipato alla mostra a Palazzo Re Enzo a Bologna “Indagine 1987 – l’Arte dei Giovani”, si è trasferita per un periodo in Australia. In seguito ha proseguito la ricerca artistica continuando ad indagare su temi di carattere trasversale, relativi all’identità e alla memoria delle persone e dei luoghi, utilizzando la fotografia per creare rapporti sociali attraverso segni, forme e gesti. Vive e lavora a Bologna. Le ultime esposizioni personali sono state “Alcatraz: prigione ed isola” a Porretta Terme, nel 2007 – esposizione site specific per l’ex carcere mandamentale di Porretta Terme, ora BAM, Biblioteca, Archivio e Museo, “Luoghi della beat generation” a Bologna, Libreria Trame, nel 2010, “Assenze” a Novafeltria, esposizione site specific per la Chiesa sconsacrata di Santa Marina, nel 2011, “Donne resistenti e libere sempre” Porretta Terme, nel 2013, “Obiettivo canestro” a Palazzo Comunale di Bologna, Sala Manica Lunga, nel 2013, “Ritratti dell’ultimo ritratto”, Londra, Photomonth East London Festival, Londra, nel 2014. Le ultime mostre collettive sono state “L’obiettivo delle donne” a Bologna, Baraccano, nel 2008, “La Certosa con gli occhi di Dickens”, Palazzo Comunale di Bologna, Sala d’Ercole, nel 2013, esposizione dei finalisti Premio “Arte”, Palazzo della Permanente di Milano, nel 2013. Nel 2013 ha pubblicato il libro d’artista ad edizione limitata “Ritratti dell’ultimo ritratto” con Danilo Montanari Editore.