Slam Dunk, il manga sportivo più amato di sempre
Nel 1990, ad opera di Takehiko Inoue, venne pubblicato il primo volume di Slam Dunk, spokon (manga a tema sportivo) che racconta le avventure di Hanamichi Sakuragi e della sua squadra di basket, lo Shohoku. Sia il manga che l’anime saranno destinati a diventare classici del genere ed è subito chiaro il perchè: è impossibile non rimanere catturati dalla perfezione stilistica dei disegni e dalle vicende dei giovani dalla divisa rosso fuoco (ispirata ai mitici Chicago Bulls).
Nonostante il tema principale sia il basket, con Slam Dunk le risate sono assicurate, tra scene demenziali, le espressioni buffe di alcuni personaggi e il linguaggio da “strada”, il maestro Inoue riesce a non annoiare mai il suo pubblico rendendo ogni singolo capitolo/episodio unico. Ritroveremo il nostro autore nei panni del divertentissimo Dr.T. , personaggio super deformed a cui sono affidate le spiegazioni tecniche e i regolamenti del gioco.
Il protagonista Hanamichi, passa dall’essere un teppista acchiappa brighe sfigatissimo in amore, a diventare uno dei giocatori più apprezzati dello Shohoku. Ci riuscirà grazie ad un innato talento per lo sport e ad i suoi 188 cm di altezza, ma è soprattutto merito del sacrificio, del lavoro duro e della sua forte ambizione. Finiti i pregi, il protagonista pel di carota è tutto fuorché un personaggio perfetto. Istintivo, aggressivo, avventato, drammatico, mitomane : insomma un vero idiota.
Ma allora perchè questo manga riesce ad emozionarci anche a 30 anni dalla prima pubblicazione?
I ragazzi dello Shohoku hanno un obiettivo comune, quello di vincere il campionato interscolastico nazionale, ed è questo che colpisce di questo grande classico, perchè chiunque abbia praticato uno sport può facilmente immedesimarsi nelle pagine di questa storia semplice ma avvincente, prova di quanto il team work possa unire, educare e far crescere.
Amori non corrisposti, amicizia, passione, violenza, comicità e sogni realizzabili si fondono in un unica storia, in un unico capolavoro.
Il mio voto? Indiscutibilmente 9/10.
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