Quando c’era Berlinguer – recensione
Un documentario che racconta, a trent’anni dalla morte, la vita politica di un uomo che ha scritto una (bella) pagina della storia d’Italia; amato e rispettato non soltanto da coloro che negli anni ‘70/’80 votavano il partito comunista italiano, ma anche da tutti quelli che credevano in un possibile rinnovamento della società basato, anche, sull’accordo tra le parti attraverso il “compromesso storico” e su valori veri quali l’onestà, la correttezza, la tutela dei diritti, la difesa delle fasce più deboli. Veltroni, raccogliendo vecchie registrazioni di comizi, interviste a Berlinguer ed altre, più recenti, a uomini che l’hanno conosciuto, ripercorre gli anni che vanno dalla vittoria del referendum sul divorzio del 1974 alla sua morte, chiudendo con le commoventi immagini dell’ultimo sofferto comizio e dei funerali in piazza San Giovanni a Roma, durante i quali, la folla presente e la partecipazione emotiva di tutti, danno il senso della fine di un’epoca. Con lui infatti, finiva un periodo di speranza e di passione politica vera che, con quell’intensità, non sarebbe più tornato. In sé, il documentario non aggiunge nulla a ciò che già si conosce di Berlinguer, nessun apporto personale di Walter Veltroni regista, che ha, credo, voluto semplicemente ricordare e omaggiare questo grande uomo, amico, compagno, guida e punto di riferimento, per far conoscere e trasmettere il suo pensiero e i suoi valori alle nuove generazioni. Una riflessione è emersa ascoltando le parole appassionate e osservando l’esempio coerente di Berlinguer: “politici” si nasce, è una passione, una vocazione, al pari di qualunque altra. Però di fatto, ognuno di noi, anche quelli apparentemente più disinteressati all’argomento, sono chiamati a “fare politica” ogni giorno: nel rapporto con gli altri, nell’osservanza dei valori, nella presa di coscienza di vivere in una società complessa ma integrata e nell’assunzione di responsabilità verso sé e verso gli altri, nella consapevolezza che il proprio benessere passa obbligatoriamente per il benessere comune. Siamo tutti chiamati dunque ogni giorno, nel compimento della propria personale missione, a impegnarci per creare un mondo migliore.
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