Port’Alba la risalita di Napoli parte dai cittadini.

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Port’Alba la risalita di Napoli parte dai cittadini.

Per passione, solo  per passione, il 14 luglio 2014 dei liberi cittadini e delle associazioni che promuovono la cultura e la sua diffusione, hanno organizzato un evento per Napoli e a Napoli.

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Un evento semplice, partecipativo, allegro.

Un bookmob a Port’Alba.

Sulla scorta dei flashmob, il bookmob di Port’Alba, altro non è stato che l’occupazione spontanea e rapidamente organizzata dal basso.

Diversamente dagli altri flash mob, le persone che hanno invaso pacificamente Port’Alba hanno portato con sé dei libri, dei libri da scambiarsi e regalarsi gli uni con gli altri.

Questo, non di certo, per una stranissima, per quanto simpatica, ossessione collettiva.

Ma perché, mentre la città di Napoli cade a pezzi, l’Amministrazione comunale si è ricordata, non di migliorare le strade, non di evitare che palazzi di assoluto rilievo storico artistico a livello mondiale, non franassero.

Duole dirlo, non si è neanche occupata che queste frane, non uccidessero poveri passanti, neanche se quattordicenni.

Di fondamentale importanza, resta elevare multe.

Multe contro delle bancarelle che, si scopre adesso, da decenni, non avessero mai pagato le tasse della concessione del suolo pubblico.

Ecco, io resto e sono sempre un legale, non approvo nessuna violazione della legge, mai in nessun caso.

Però, Santissimo Cielo, mamma e papà senza scomodare altro ed Altri, mi hanno sempre insegnato  che l’applicazione delle leggi senza senso e senza sensatezza realizza sempre ingiurie peggiori della illegalità.

Summum ius maxima iniura, ho poi imparato alle scuole medie e meglio compreso in facoltà.

E, pertanto, da libera cittadina, mi indigno e sono disgustata una volta di più, una volta di troppo, dalla nostra giunta comunale, tutta.

E dal suo organo rappresentativo, Luigi De Magistris.

Da p.Avv. io ho un rispetto perfino anomalo per i magistrati, e, pertanto, ancora più oscenamente delusa sono da un ex valevole, credevo, pm che come Sindaco diventa un uomo di regole e non di legge.

La Legge quella trascendentale, non quella dei minimi cavilli tipici del legislatore disattento e manganello dei legulei più miseri.

Quella che dovrebbe essere dell’Amministratore.

Sindaco, io non la votai, perché già allora era qualunquista, e non votai e basta.

Non andai a votare e la vergogna piovve su di me.

Ma se avessi espresso il mio dissenso, l’avrei di certo fatto votando lei.

Lei, che nei primi mesi dell’entusiasmo per la sua elezione mi rispondeva ogni giorno su Twitter, lei che mi consigliava di denunciare le irregolarità oscene dell’esame d’Avvocato.

E lo facevo pubblicamente.

Ora Lei, si è dichiarata parte lesa nel procedimento aperto a seguito della morte del 14enne di Marano.

Da giurista la mossa mi esalta, lo devo ammettere, ognuno ha le proprie deformazioni professionali, da donna, mi uccide.

Ho 33anni e chiaramente a Napoli non ho un lavoro che mi consenta nulla, figuriamoci avere figli e di 14anni; ma biologicamente e un po’ incoscientemente, avrei potuto essere madre di Salvatore, credo si chiami così.

Ma in fondo, come si chiami in realtà quello sventuratissimo ragazzo, è importante solo per chi lo conoscesse.

Per la mamma reale.

Ma se io di quel Ciro, Giuseppe, Mario, fossi stata la madre reale non solo virtuale, beh… Lei avrebbe passato un pessimo quarto d’ora.

Ma non recriminiamo.

renato monarcaPensiamo a #solocosebelle perché noi popolo della rete siamo così, un po’ fatui, un po’ dilatori, un po’ superficiali, un po’ solo per le azioni semplici ma costruttive.

Tipo un bookmob, organizzato da poco più che 4 ragazze sotto i 40anni (in Italia si è ragazzi sino alla tomba o poco meno).

Io, personalmente, e con la fondamentale collaborazione di Renato Monarca, fotografo e videomaker in questo caso anche regista e montatore, ho intervistato Maria Rosaria Vado e Miryam Gison.

Maria Rosaria Vado lavora da anni in ambito culturale, con molto impegno, ottimi successi, poca remunerazione.

Miryam Gison, addirittura non è di Napoli, ma della sua immediata provincia, e con la sua associazione culturale, autogestita e spesso autofinanziata, La Bottega delle Parole, crea la cultura, essendo, perfino, una casa editrice.

questo è il video che Renato Monarca ha realizzato per me e con me.

In tre giorni di duro lavoro e, poiché siamo stati anche estemporanei, il sonoro non è di certo quello delle grandi occasioni.

Ma noi, Maria Rosaria Vado, Miryam Gison e le ragazze delle sua associazione, e tutti quelli che in una giornata ventosa di inizio settimana sono scesi con dei loro personali libri a Port’Alba, lo abbiamo fatto con il cuore.

L’unico modo con il quale i napoletani sanno agire, con il cuore.

E Napoli, forse troppo tardi, la salveranno i napoletani.

Non certo i numerosi Maramaldi che sono succeduti sulla sua poltrona più alta, ignavi se non colpevoli.

E Planet Magazine c’è sempre con il suo editore, Thomas Scalera a diffondere il buono ed il bello, perché l’Idiota è sempre più spesso il saggio.

L’unico.

E la bellezza salverà il (nostro) mondo.

Daniela Barbara Persico, NAPOLETANA