Le cattedrali del vino: l’incontro di due culture. Premio internazionale di progettazione Spazio diVino

il sito della cultura Nerd

Le cattedrali del vino: l’incontro di due culture. Premio internazionale di progettazione Spazio diVino

P_20150310_064135

Lunedì 9 marzo, alla Casa dell’architettura (Acquario Romano), sono stati premiati i vincitori del concorso internazionale di progettazione Spazio diVino 2014. Tre erano i temi messi a bando dal Consorzio Vino Chianti e dal Gambero Rosso nell’ambito di “Cattedrali del vino”. L’organizzazione del premio è stata affidata all’Area Concorsi dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia coordinata dall’arch. Paola Rossi (media partner: Artribune).

Jpeg

I criteri della valutazione finale sono stati: “le soluzioni innovative, l’eco-compatibilità e la qualità degli interventi; l’espressività linguistica del dialogo tra la cultura del vino e quella architettonica; il confronto con le componenti paesistiche del territorio”. La Giuria ha conferito il primo premio, per il tema A) “Elementi di sosta/belvedere – aperto alla partecipazione di architetti ed ingegneri in collaborazione con un artista”, a Federico Mentil, Gaetano Ceschia, Marco Cellini, Placido Luise e Giulia Pecol, per il ricorso “al tracciato di una strada ferrata preesistente. Questa strategia permetterà di alternare movimento e sosta proponendo differenti sguardi. Tali sguardi verranno ulteriormente modificati grazie all’utilizzo degli specchi, che potranno restituirci frammenti del paesaggio, evitandone così una visione fin troppo unitaria”. Una menzione d’onore, l’hanno meritata, sempre per lo stesso tema: Massimo Zanelli, Laura Battistoni, Andrea Fiorini, Francesca Gentili, Laura Goracci e Marco Pantosti, “per il carattere innovativo dell’idea progettuale… nella proposta di utilizzare la ‘musica’ quale elemento artistico. Particolarmente interessante è l’uso del sistema Arduino nella progettazione della piastra sonora, al fine di accompagnare il visitatore nella conoscenza del territorio, delle stagioni, dei ‘suoni del vino’ attraverso l’ascolto di musiche appositamente composte”.

Jpeg

Per il tema B), “’Chianti Store’ inteso come progetto di interior design per locali che identifichino il Consorzio Vino Chianti in Italia e all’estero”, sono stati premiati: Andrea Dalmasso, Juliana Macarena Gonzalez Ricaurte per “la versatilità dello spazio nelle sue diverse configurazioni e per l’importanza e la centralità data al prodotto vino”. Per il tema C), “Componenti d’arredo, aperto a giovani architetti (under 35) e designer, per l’ideazione di un design riconoscibile per i punti di degustazione all’interno delle 2500 cantine consorziate” la Giuria “ha ritenuto di non poter individuare alcun vincitore in quanto nessuno dei progetti presentati ha risposto ai criteri di fattibilità, replicabilità e riconoscibilità richiesti specificatamente dal bando”. L’ing. Paolo Cuccia, (presidente del Gambero Rosso Holding) ha evidenziato come il vino, attività legata alla nostra storia e alle nostre radici, è uno dei prodotti che ci rappresenta all’estero: “Per meglio presentarlo occorre diventare più attenti al front-office e alla capacità di presentarsi al cliente”. Dobbiamo dare, agli stranieri, affamati d’Italia e di bellezza, un’accoglienza bella, che ci rappresenti. Durante la tavola rotonda, Livio Sacchi (presidente del precitato Ordine degli Architetti) ha ribadito come all’estero siamo identificati per la nostra architettura, design e stile di vita, in cui rientra il vino. Ciò ci rende graditi e apprezzati dai mercati stranieri, in particolare non dobbiamo deludere le aspettative del mercato asiatico o africano. Interessanti gli interventi di Giovanni Busi (presidente Consorzio Chianti) che ha sottolineato come la maggior parte della produzione di Chianti è per il mercato estero e quello per il mercato italiano è venduto nella grande distribuzione, l’idea è quella di un Chianti Shop in franchising. In proposito Silvio Ursini (presidente di Obicà), che ha esportato la sua catena di mozzarella bar in tutto il mondo, ha ribadito la necessità di una standardizzazione, il progettista deve essere partner del committente e gli architetti devono dare forma all’idea iniziale attraverso un’applicazione seriale. In conclusione Busi ha definito il Chianti un vino pop, easy, per questo il marketing è indirizzato ai giovani e lo scopo è quello “di riportare il vino a tavola”. I giovani premiati hanno chiuso l’evento con la speranza di vedere i loro progetti anche realizzati.

Jpeg premio_temaB