Jurassic World, mostri genetici e dinosauri ammaestrati per il nuovo, e speriamo ultimo, capitolo della saga

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Jurassic World, mostri genetici e dinosauri ammaestrati per il nuovo, e speriamo ultimo, capitolo della saga

Dopo aver visto il film, sono lieta di annunciare che Jurassic World è il miglior sequel che ci si poteva aspettare! Il che sarebbe fantastico, ma una valutazione tanto felice è possibile solo perché i primi due seguiti erano veramente pessimi. Questo nuovo lungometraggio non è all’altezza del mitico capostipite della saga ma è comunque meglio dei due obbrobri che l’hanno preceduta.

Cerchiamo di non essere troppo cattivi: il film non è completamente da buttare. Innanzitutto siamo stati piacevolmente colpiti dai buoni effetti digitali grazie ai quali le creature protagoniste hanno preso vita. Sono poi da sottolineare alcune singole scene che riescono ad intrattenere e a centrare il segno, regalando al pubblico delle sequenze d’azione mozzafiato.

Purtroppo però un paio di scene ben orchestrate e un buon comparto grafico non fanno un film, specialmente se questo è tenuto in piedi da una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti, lasciatecelo dire.

Un’altra nota dolente è il cast poco incisivo, con personaggi decisamente debolirispetto ai protagonisti caratteristici del primo film della saga. In questa pellicola i comprimari superficiali e poco credibili non sono però solo gli umani, ma proprio quelle creature che sono la colonna portante del film: i dinosauri. Dovrebbero essere i veri protagonisti, ma rappresentano purtroppo una grossissima pecca a causa delle scelte poco felici in fase di creazione.

Infatti, oltre alla pessima decisione di continuare lo spunto di Jurassic Park III per quanto riguarda i Velociraptor, siamo rimasti delusi proprio dall’Indominus Rex, la fantomatica creatura geneticamente modificata che rappresenta la grossa novità introdotta nella saga da Jurassic World ma che crediamo fortemente sia del tuttopriva di carisma.

Questo film, benché sia visivamente di forte impatto, è riuscito a prendere un mito della nostra infanzia e calpestarlo senza pietà. Di certo, i tre o quattro riferimenti scialbi al capolavoro del ’93 non riusciranno a riportare in vita quella magia capace di colpirci nel profondo che era stata protagonista del primo film, grazie al quale questa saga è diventata un cult.

La videorecensione di Valentina Serafin

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