Mazinga Z Infinity. Mostri, cattivi e dimensioni parallele

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Mazinga Z Infinity. Mostri, cattivi e dimensioni parallele

ROMA – Inutile nascondersi, mi sono alzato alle 4 solo per guardare questa anteprima. I miei sono gli occhi di un appassionato, di un ragazzino emozionato che segnava di pilotare un Robot da grande.
Mazinga Z infinity un po’ mi eccitava e un po’ mi spaventava, perché avevo il terrore che la Toei potesse realizzare un film come il remake di Saint Seya (I cavalieri dello Zodiaco). Ma, per fortuna, Junji Shimizu (regia) e Takahiro Ozawa non sbagliano. In Infinity c’è di tutto, anche se questo film sembra essere un “what if”, non essendoci traccia dei micenei (si vedono solo in un poster che brucia, dove, secondo me, gli autori ce lo dicono indirettamente), c’è il ritorno di un antico nemico, c’è un’arma potentissima che spaventa il mondo, c’è il terrorismo, la crisi energetica, le tensioni internazionali, l’essere effimero dell’uomo e, soprattutto, c’è la fisica quantistica.
La trama non ve la racconto, potete trovarla ovunque, ma è come Mazinger è diventato adulto nei suoi primi 45 anni.
Gli autori, ispirandosi al concept originale del maestro Nagai, realizzano un prodotto perfettamente in linea con i tempi. Hiroya Iijima riesce a modernizzare il design dei robot (eh si, non ci sarà solo Mazinga Z sullo schermo) rendendoli futuristici ma perfettamente disegnati come gli originali (lo so è difficile da capire, ma dovete guardarlo).
Un capitolo a parte meritano le musiche, a mio avviso ben adattate, con quel “retrogusto” che accontenta anche i fan di “vecchia data” come il sottoscritto.
Insomma un prodotto che omaggia alla grande il classico, che ci restituisce un eroe straordinario che era stato un po’ annacquato in Goldrake.
Un ottimo prodotto, a mio avviso, con una storia che tiene (il paradosso temporale è la chiave di tutto, ma non posso dirvi altro, posso dirvi solo di pensare ad Interstellar), che non è la solita storia semplice “invasione, distruzione, reazione, combattimento, sacrificio, vittoria”, ma è molto di più, è una storia d’amore, una di quelle più belle, che mi ha strappato anche una lacrimuccia a fine proiezione.
Se amate i Super Robot andate a vederlo, se non li amate, andateci ugualmente, perché potrebbe essere il momento di riguardare qualche vecchia serie, perché in Mazinger Z c’è la storia, e non è banale.

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